a cura di NUB Project Space & Gabriele Tosi
Marco Baldini, Elena Biserna, Luca Boffi, Andrea Borghi, Francesco Cavaliere, Stefano De Ponti, Nicola Di Croce, Giulia Deval (Xipe), Alessandra Eramo, Renato Grieco, Riccardo La Foresta, Enrico Malatesta, Chiara Pavolucci, Leandro Pisano, Diana Lola Posani, Francesco Toninelli
Marco Baldini, Elena Biserna, Luca Boffi, Andrea Borghi, Francesco Cavaliere,
Stefano De Ponti, Nicola Di Croce, Giulia Deval (Xipe), Alessandra Eramo,
Renato Grieco, Riccardo La Foresta, Enrico Malatesta, Chiara Pavolucci,
Leandro Pisano, Diana Lola Posani, Francesco Toninelli
20.05 / 25.07.2023
Museo del Novecento e
del Contemporaneo di Palazzo Fabroni
opening_venerdì 19 maggio
ore 19
Mezz’aria è una collettiva fatta di suoni, voci e altre forme artistiche a bassa materialità. La mostra è ospitata all'ultimo piano di Palazzo Fabroni e si espande in altri luoghi del museo e della città con una programmazione dal vivo. Il progetto, che coinvolge 16 artistx, nasce dall’opportunità di mostrare una sostanza poco visibile in una dimensione pubblica e largamente accessibile. In mezz’aria la continua tensione tra esteriorità e interiorità, tra apertura e intimità, travalica le ragioni espositive del medium sonoro riconoscendosi strategia esistenziale di coinvolgimento e relazione. Dalle finestre la città è chiaramente visibile perché filtrata. Rischio e sogno colorano l’aria estiva di nuove paure e ambizioni.
Quando le particolari esigenze del sonoro, anche nei contesti espositivi, trovano soluzioni nell’isolamento di stanze e cuffie, qualcosa d’importante è cancellato. Nel tempo delle AirPods l’ascolto è un fatto stranamente privato. L’inferno, scrivevano, è la musica degli altri. Alla ricerca di altri approcci, Mezz’aria riflette su modalità possibili di sentire assieme e in solitudine, accendendo falò ibridi e provando ad assottigliare gli schermi tra i sé e i gruppi, tra gli uni e i tutti. Il programma è far oscillare le abitudini individuali che ammantano il sentire, sostituendo ai linguaggi freddi e protetti della condivisione digitale le emozioni calde e conflittuali della compresenza. Il tentativo, reso possibile dal coinvolgimento attivo degli autorx e dalla disponibilità a rimodulare gli interventi in favore dell’altro, costruisce una comunità al contempo mobile e in attesa.
Le sale dell’ultimo piano di Palazzo Fabroni, anch’esse a mezz’aria in ragione dell’architettura, che divide la mostra in due metà ricongiunte da un camminamento sospeso, accolgono bolge e moltitudini a basso volume. Le relazioni aperte generano oggetti atmosferici provvisori e danno luogo a microclimi poetici e percettivi. L’essere narrante, colui che attraversa il mondo a mezz’aria, è perciò il visitatore, a cui la mostra si offre con massima accoglienza, attenuando l’invasività dei fenomeni e collocando l’interazione in universi ludici e approcci umanizzati, alleggerendo l’ossessione del piacere personale in forme leggere di decisionalità collettiva. I visitatorx sono così invitati ad attraversare Mezz’aria cercando andature e pause proprie, muovendosi per interagire con i modi dell’altro, imparando o inventando modalità nuove per sentirsi parte di ciò che sta nel mezzo.
Avvalendosi di segnali, segnaposti, travestimenti e rimandi, la mostra immagina lo spazio simbolico del museo come una piattaforma dai mille condotti che collegano, come nei sogni, la dimensione sociale a quella intima, astraendo il tempo in percorsi spaziali che incrociano bagagli e destinazioni, rimozioni e desideri. Manipolando e superando in massa la convinzione contemporanea di un mondo vuoto e post-apocalittico.
Mezz’aria è una naturale estensione di Licheni, piattaforma online e laboratorio virtuale di ricerca fondato durante il Covid, uno spazio trasversale per il confronto e l’intreccio che vive tra online e offline, traendo nutrimento fra i due mondi, pensato per svilupparsi congiuntamente alle attività di Nub Project Space come archivio e spazio di espansione.
Dedicandosi alla voce in relazione al rumore e all'ambiente circostante, per la sua performance dal vivo Alessandra Eramo crea un collage di paesaggi sonori ipnotici e di voci spingendo il suono verso gli strati più viscerali dell'espressione poetica. Beat-boxing, rumorismi, stridori, sibili: Eramo esplora stati di trance nel canto attraverso l'uso di tecniche vocali estese, vocalizzi non verbali, rumori crudi, melodie, distorsioni, parole frammentate e lingue sconosciute, intrecciando un uso dinamico di field recordings, feedbacks, campionatori e materiale sonoro pre-registrato. In riferimento alla poesia sonora, il concerto mira a generare un'esperienza acustica immersiva, come un esercizio spirituale condiviso con chi ascolta.
E SÔNA (“lui suona” in dialetto romagnolo) è un progetto di indagine territoriale e folclorica, condotto attraverso il medium del suono. Si manifesta con azioni performative, camminate e con programmi pedagogici dedicati all’ascolto attivo in relazione alla cultura materiale e al ruolo del suono, e dei fenomeni acustici, nelle credenze e nei riti rurali romagnoli. La ricerca è basata sulla CAVÉJA DAGLI ANËLL, strumento/arnese sonoro a scuotimento, dotato di anelli di metallo intonati e utilizzato nel lavoro agricolo e in pratiche polifunzionali rituali, e sul BRONTIDE, fenomeno acustico inspiegato, simile al rumore di una frana o di un’esplosione in cielo (in inglese come skyquakes), a oggi non più udibile e di cui si è persa memoria. L’intento del progetto è di oltrepassare i confini e il concetto di cultura locale: utilizzando i linguaggi della performing arts e della sperimentazione e la fantasia si cerca di restituire vitalità alla memoria popolare e al potenziale delle usanze sonore nel contesto contemporaneo. E SÔNA è realizzato utilizzando Caveja della collezione esposta al MET – Museo degli Usi e Costumi della Gente di Romagna, Santarcangelo di Romagna - Rimini. Fo.Cu.S. Fondazione Culture Santarcangelo – Musei Comunali Santarcangelo. E SÔNA è stato sostenuto da Xing, Pollinaria AIR, Q-o2 workspace for experimental music and sound art, Liminaria.
Manicula è un format artistico di Enrico Malatesta e Chiara Pavolucci volto a unire pratiche che riguardano l’immagine e il suono, percezione visiva e indagine territoriale, unite al tema della città e del cammino. Gli autori durante i periodi di residenza nella città di Pistoia hanno mappato le potenzialità acustiche e visive di alcuni luoghi specifici e hanno creato una serie di esercizi/pratiche di ascolto e osservazione attuabili in situ; tutto il lavoro è stato raccolto in un journal visivo e testuale disponibile su Licheni. La linea visiva, autoriale e poetica, mostra i luoghi di lavoro da un punto di vista inedito e non didascalico e viene accompagnata da una serie di testi e annotazioni di ascolto.
Durante il pomeriggio dell’11 giugno sarà possibile partecipare alla restituzione “dal vivo” del progetto attraverso una camminata volta a generare un dialogo e un confronto sui temi dell’ascolto e della percezione, favorendo una mobilità altra nella città, un suo non-consumo e una sua conoscenza attraverso il suono, la percezione visiva e il movimento lento.
Nota: non sono necessarie conoscenze o competenze specifiche per cimentarsi nelle pratiche proposte; le varie scores non tendono a nessun risultato formale o di prestazione e cercano di favorire l’iniziativa individuale (oppure di piccoli gruppi), nell’esplorazione della città attraverso le sue potenze relazionali nella formazione di immagini e suono.
Alla fine degli anni ’50, Marchetti fu in grado sia di formalizzare un obiettivo più critico nei confronti della consolidata lingua franca e ideologia assolutista dell’avanguardia musicale sia di espandere il senso della prassi artistica, in linea con una valutazione etica e sottilmente politica dell’esperienza estetica. Marchetti è stato ispirato dalla poetica dell’indeterminatezza di Cage e successivamente ha creato, attraverso una stretta e indissolubile associazione con Juan Hidalgo e José Luis Castillejo, una forma originale e de-ritualizzata di musica d’azione che ha portato nel 1964 alla nascita del gruppo ZAJ.
«L’opera di Marchetti si basa, a livello procedurale, su una risoluta disfunzione dei codici musicali e impone questo atto come una mimesi inversa dello statuto metodologico della composizione musicale. Vale a dire, non un “degré zero de l’écriture”, ma la sua “inversione”; non una “negazione dello stile”, ma “uno stile di negazione”. In questa prospettiva, l’opera di Walter Marchetti condensa uno dei rari esempi di radicalismo estetico consapevolmente esteso alla poetica della musica». — Gabriele Bonomo, dalle note di pubblicazione della seconda edizione di Antibarbarus (Alga Marghen, 2016)
Walter Marchetti (1931-2015), compositore, artista e figura emblematica del movimento Fluxus in Italia. La caccia fa parte di Arpocrate seduto sul loto, sorta di raccolta spuria di testi e partiture. È una composizione per richiami e risonatori per uccelli suonati da quattro performer che eseguono il brano seguendo uno schema definito previsto dal compositore (di fatto una vera e propria partitura). Il pezzo contempla la possibilità di due differenti realizzazioni: una versione da eseguirsi in uno spazio chiuso e una in uno spazio aperto. Quest’ultima sarà quella che verrà eseguita nel Giardino d’autore.Riccardo La Foresta è un percussionista, sound artist e curatore di Modena la cui ricerca degli ultimi anni vuole mettere in discussione il ruolo del tamburo come strumento percussivo. Risonanze e vibrazioni, generate trattando il tamburo come un aerofono, creano armonie ancestrali e complesse risonanze che allontanano drasticamente lo strumento dal drumming tradizionale. La sua ricerca si concentra sullo sviluppo di un sistema chiamato “Drummophone”, che gli permette di trattare il tamburo come uno strumento ad aria. Ai confini tra musica per percussioni, sound art, improvvisazione e drone music, l’approccio di La Foresta rivela architetture invisibili tramite il suono
A partire da alcune partiture verbali e protocolli di Pauline Oliveros, del collettivo Blank Noise e dell’artista, questo incontro/passeggiata è un’occasione per riflettere assieme sulle esperienze (di ascolto) di genere nello spazio pubblico e disimparare alcuni dei comportamenti che sono considerati appropriati, sicuri o attesi quando camminiamo. Alcuni passi per riflettere sulle asimmetrie dei corpi nelle relazioni spaziali, condividere esperienze, immaginare assieme delle pratiche di attenzione, risonanza, solidarietà, riappropriazione e rovesciamento per provare a nutrire altre configurazioni e modalità di occupazione dello spazio.
Partecipanti: 15 max. Durata: 3 ore/sera o notte.
Materiali: carta e penne, fotocopie delle 4 score per ogni partecipante.
Gli eventi sono a ingresso libero e gratuito
La prenotazione è richiesta soltanto per Feminist Steps
(scrivere a info@nubprojectspace.com)
Visite guidate con i curatori:
Sabato 10 giugno ore 17
Domenica 11 giugno ore 17
Domenica 9 luglio ore 16 (english language)
Domenica 9 luglio ore 17
Sabato 15 luglio ore 17
Ingresso mostra: 3,50 euro, ridotto 2 euro
Le visite guidate sono comprese nel biglietto d’ingresso e non è necessario prenotarsi.
realizzata da NUB Project Space in collaborazione con Comune di Pistoia, Musei Civici,
Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni
testi Gabriele Tosi
grafica Francesca Lenzi
allestitori Daria Pastina e Stefano Pieraccini
web developer Lorenzo Maffucci
foto Rachele Salvioli
documentazione video Francesco Poli
prestiti
MET - Museo degli Usi e Costumi della Gente di Romagna
Centro di Informazione e Documentazione/Arti Visive - Museo Pecci
si ringraziano Elena Testaferrata e Benedetta Menichelli
insieme alla Direzione dei Musei Civici
si ringraziano inoltre
Massimiliano Fortunati, Maximilian Gallorini, Francesco Frosini, Mauro Forte, Stefano Pezzato, Mario Pagano, Elena Rodriguez, Franco Gelli
Info
Durata: dal 20 maggio al 25 luglio 2023
Opening: 19 maggio 2023 ore 19
Luogo: Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni
via Sant’Andrea 18, Pistoia
Orari:
fino al 31 maggio
dal martedì al venerdì 10 - 14
sabato e domenica 10 - 18
venerdì 26 maggio 15 - 19
dal 1° giugno al 25 luglio
dal martedì al venerdì 15 - 19
sabato, domenica e festivi 11 - 19
Ingresso: 3,50 euro, ridotto 2 euro.
Ufficio stampa: Giulia Gonfiantini | giuliagonfiantini@gmail.com
NUB PROJECT SPACE
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